L’eredità: le indicazioni per il futuro della ricerca pedagogica

A conclusione di un itinerario (prematuramente interrotto) di ricerca, di vita e di pensiero, Umberto Margiotta, consegnando alle stampe il volume , eletto  profeticamente come ultimo,  La formazione dei talenti, edito da Franco Angeli, 2018,  può così affermare :“Le pratiche formative, tutte (sia quelle del genitore, o dell’adulto, dell’insegnante o del formatore) sono animate e guidate da insiemi di credenze e di teorie circa il funzionamento della mente del soggetto che apprende. Ogni forma di pedagogia sottende una diversa interpretazione del soggetto che apprende, sia essa frutto di un sapere ingenuo, sia essa frutto di un paradigma interpretativo. L’educazione e la formazione si configurano, ormai, come la radice meta-biologica strutturale del farsi uomo.  Siffatta consapevolezza obbliga ad allargare e ad incrociare le analisi e gli studi secondo logiche e scale via via più complesse e intrecciate. Ma l’angolo prospettico privilegiato è proprio nell’intercettare quelle forme di ibridazione tra cognizione e formazione che fanno della pedagogia un irrinunciabile discorso sulla libertà del farsi uomo, e sulla sua creatività morfogenetica. Sviluppando sistematicamente un approccio evidence based research, e fruendo di un sistema di referee rigoroso e internazionale, gli studi pedagogici devono perseguire l’ambizione di rendere la ricerca pedagogica italiana sempre più comparabile con quella europea e internazionale” (vedi anche U. Margiotta , Teoria della formazione. Ricostruire la pedagogia, Roma, Carocci, 2015).